U.E. – Prestazione energetica degli edifici: neutralità climatica entro il 2050

2021/0426(COD) procedura Prestazione energetica degli edifici

La commissione per l’industria, la ricerca e l’energia ha adottato la sua posizione sulla proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia con 49 voti favorevoli, 18 contrari e 6 astensioni.

I suoi obiettivi principali sono ridurre sostanzialmente le emissioni di gas a effetto serra (GES) e il consumo energetico nel settore edilizio dell’UE entro il 2030 e renderlo neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050. Mira inoltre ad aumentare il tasso di ristrutturazioni di edifici inefficienti dal punto di vista energetico e a migliorare le informazioni sul rendimento energetico.

Obiettivi di riduzione delle emissioni

Secondo il testo adottato, tutti i nuovi edifici dovrebbero essere a emissioni zero a partire dal 2028, mentre i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche a partire dal 2026 (la Commissione ha proposto rispettivamente il 2030 e il 2027). Tutti i nuovi edifici dovrebbero essere dotati di tecnologie solari entro il 2028, ove tecnicamente idoneo ed economicamente fattibile, mentre gli edifici residenziali sottoposti a importanti ristrutturazioni hanno tempo fino al 2032 per conformarsi.

Gli edifici residenziali dovrebbero raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033. Gli edifici non residenziali e pubblici dovrebbero raggiungere le stesse classi rispettivamente entro il 2027 e il 2030 (proposta della Commissione F ed E).

Misure nazionali e deroghe

Tutte le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi sarebbero stabilite da ciascuno Stato membro nei piani nazionali di ristrutturazione. Per tenere conto del diverso parco immobiliare dei paesi dell’UE, la lettera G dovrebbe corrispondere al 15% degli edifici con le peggiori prestazioni nel parco nazionale.

I monumenti sarebbero esclusi dalle nuove norme, mentre i paesi dell’UE potrebbero decidere di escludere anche gli edifici protetti per il loro particolare valore architettonico o storico, gli edifici tecnici, l’uso temporaneo di edifici o chiese e luoghi di culto. Gli Stati membri possono anche esentare l’edilizia popolare pubblica, dove le ristrutturazioni comporterebbero aumenti degli affitti che non possono essere compensati risparmiando sulle bollette energetiche.

I deputati vogliono anche consentire agli Stati membri di adeguare i nuovi obiettivi in una quota limitata di edifici coperti dai requisiti a seconda della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e della disponibilità di forza lavoro qualificata.

Misure di sostegno contro la povertà energetica

I piani nazionali di ristrutturazione dovrebbero includere regimi di sostegno con obiettivi realistici e misure volte a facilitare l’accesso alle sovvenzioni e ai finanziamenti. Gli Stati membri devono istituire punti di informazione gratuiti e programmi di ristrutturazione neutri in termini di costi. Le misure finanziarie dovrebbero fornire un premio importante per le ristrutturazioni profonde, in particolare degli edifici con i risultati peggiori, e dovrebbero essere messe a disposizione delle famiglie vulnerabili sovvenzioni e sussidi mirati.

Divieto dei sistemi di riscaldamento a combustibili fossili entro il 2035

I paesi dell’UE dovrebbero garantire che l’uso di combustibili fossili negli impianti di riscaldamento, per i nuovi edifici e gli edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti, ristrutturazioni profonde o ristrutturazioni dell’impianto di riscaldamento, non sia autorizzato a decorrere dalla data di recepimento della presente direttiva. Dovrebbero essere completamente eliminati entro il 2035, a meno che la Commissione europea non ne consenta l’uso fino al 2040, affermano i deputati.

Il relatore sulla direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia Ciarán Cuffe (Verdi/ALE, IE) ha dichiarato: “L’impennata dei prezzi dell’energia ha posto l’accento sulle misure di efficienza e risparmio energetico, e il miglioramento delle prestazioni degli edifici europei ridurrà continuamente le bollette energetiche e la dipendenza dalle importazioni di energia. Vogliamo che la direttiva Prestazione energetica nell’edilizia riduca la povertà energetica, riduca le emissioni e fornisca ambienti interni migliori per la salute delle persone. Questa è anche una strategia di crescita per l’Europa che fornirà centinaia di migliaia di posti di lavoro locali di buona qualità nei settori dell’edilizia, della ristrutturazione e delle energie rinnovabili, migliorando al contempo il benessere di milioni di persone che vivono in Europa.”

Prossime tappe

Il progetto legislativo sarà sottoposto al voto dell’Assemblea plenaria durante la sessione plenaria del 13-16 marzo e diventerà la posizione negoziale del Parlamento. I deputati avvieranno quindi negoziati con il Consiglio per concordare la forma finale del disegno di legge.

Ambito di riferimento

Secondo la Commissione europea, gli edifici nell’UE sono responsabili del 40% del nostro consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas a effetto serra. Il 15 dicembre 2021 la Commissione europea ha adottato una proposta legislativa di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia nell’ambito del cosiddetto pacchetto “Fit for 55“. Una nuova legge europea sul clima (luglio 2021) ha sancito sia gli obiettivi 2030 che quelli 2050 in una legge europea vincolante.

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