Primo contratto per Hybitat, la joint venture partecipata dal gruppo SIT nata per sviluppare un nuovo ed innovativo sistema di generazione e stoccaggio di idrogeno ad uso residenziale. In anticipo rispetto ai piani di sviluppo, Hybitat ha infatti concluso nei giorni scorsi la vendita di un primo sistema di stoccaggio con una capacità di 200 kWh di energia che verrà installato nel primo trimestre 2025 in una residenza privata in un contesto architettonico di pregio del XVIII secolo.
Hybitat è un sistema di stoccaggio “Long Duration Energy Storage” in grado di immagazzinare l’energia elettrica dei pannelli fotovoltaici sotto forma di idrogeno ottenuto con l’elettrolisi dell’acqua e restituirla all’utente, a seconda dei picchi di bisogni energetici, grazie a un processo elettrochimico di generazione senza combustione.
Il sistema è utilizzabile nelle abitazioni, consta di una unità interna (la main unit), ed una esterna (la storage unit), ed è in grado di ottimizzare la gestione dell’energia elettrica prodotta da fotovoltaico. In particolare, il sistema Hybitat ha la possibilità di immagazzinare sotto forma di idrogeno l’eccesso di energia elettrica generata d’estate dai pannelli fotovoltaici per soddisfare i fabbisogni energetici invernali. Il progetto, avviato nel 2023, nasce per fornire una soluzione residenziale alla necessità di bilanciare la generazione rinnovabile di energia elettrica, per sua natura discontinua, con la domanda di energia attraverso un sistema innovativo di stoccaggio dell’energia sotto forma di idrogeno.
La tecnologia di stoccaggio proposta da Hybitat è basata sugli idruri metallici che consentono di immagazzinare l’idrogeno in modo sicuro, reversibile e ad alta densità a temperature e pressioni vicine a quelle ambientali. SIT ha voluto entrare da pioniere in questo ambito al fine di dotare le abitazioni, anche tramite queste modalità, dell’energia pulita necessaria al funzionamento degli impianti di riscaldamento, di ventilazione e di climatizzazione, riducendo le emissioni di CO2.
2024-11-g05, Corriere del Veneto, pag. 11