ISPRA – Annuario dei dati ambientali e Rapporto di Sistema, 2020

L’Ispra presenta l’Annuario dei dati ambientali 2019, un quadro aggiornato sullo stato di salute del nostro Paese. Quest’anno le informazioni sull’ambiente in Italia si confrontano con i recenti trend europei elaborati dall’Agenzia europea dell’ambiente e illustrati lo scorso dicembre a Bruxelles nel “SOER 2020 – State of the Environment Report”.

A questi report, si aggiunge un altro documento, il Rapporto Ambiente di Sistema, che propone alcuni focus regionali.

Come si pone l’Italia davanti a questi trend e alle priorità politiche dell’UE in campo ambientale?
Il quadro nazionale e le esperienze regionali vengono oggi delineate nel corso della presentazione dei tre report ambientali.

Nonostante le politiche climatiche e ambientali dell’Unione europea abbiano portato vantaggi sostanziali negli ultimi decenni, il nostro continente deve affrontare questioni di grande portata: perdita della biodiversità, uso delle risorse, impatti dei cambiamenti climatici e rischi ambientali per la salute e il benessere.

In particolare:
C’è anche il consumo di suolo a gravare sulla perdita di biodiversità. Sono ormai persi 23.000 km2, con una velocità di trasformazione di quasi 2 m2/sec tra il 2017 e il 2018. Sebbene il fenomeno mostrasse segnali di rallentamento, probabilmente a causa della congiuntura economica, dal 2018 il consumo di suolo ha ripreso a crescere. Nel 2018 è stato sottratto anche il 2% delle aree protette.
Il territorio italiano è fortemente esposto al dissesto idrogeologico. La popolazione a rischio frane che risiede in aree a ‘pericolosità elevata e molto elevata’ ammonta a 1.281.970 abitanti, pari al 2,2% del totale.

La situazione in Italia Rispetto all’Europa, l’Italia cresce molto di più nell’uso circolare dei materiali.
E’ terza in EU per la cosiddetta “produttività delle risorse”, un indice usato in Europa per descrivere il rapporto tra il livello dell’attività economica (prodotto interno lordo) e la quantità di materiali utilizzati dal sistema socio-economico (CMI – consumo di materiale interno).

TRASFORMARE LA UE IN UN’ECONOMIA A BASSE EMISSIONI DI CARBONIO, EFFICIENTE NELL’IMPIEGO DELLE RISORSE, VERDE E COMPETITIVA

Diminuiscono del 17,2% le emissioni di gas serra in Italia nel medio periodo (1990-2018). Nel primo trimestre di quest’anno, si stima per il 2020 una riduzione, a causa del lockdown, dei gas serra del 5,5% a fronte di una variazione congiunturale del PIL pari a -4,7 %.

Nel 2018 la diminuzione era stata dello 0,9%, rispetto all’anno precedente e per il 2019 la tendenza è di una riduzione del 2,0% rispetto al 2018.
Per i rifiuti urbani si stima per il 2019 una produzione pari a quella del 2018, mentre gli scenari al 2020 individuano un calo in linea con la diminuzione del PIL pari al 4,7%.

In Italia, la quota di energia da fonti rinnovabili è pari al 18,3% rispetto al consumo finale lordo, valore superiore all’obiettivo del 17% da raggiungere entro il 2020.

Prossimo obiettivo da raggiungere è il 32% entro il 2030.

TEMPERATURA
La situazione in Italia. La temperatura cresce nel nostro Paese più che in altre parti del mondo. Nel 2018 è stata registrata un’anomalia media pari a +1,71°C rispetto alla media climatologica 1961-1990, superiore a quella globale sulla terra ferma (+0,98 °C).

È stato calcolato un aumento della temperatura media pari a circa 0,38 °C ogni dieci anni nel periodo 1981-2018. Elemento che porta l’Italia ad allontanarsi dagli obiettivi di contrasto dei cambiamenti climatici.

Nuovo picco per la temperatura dei mari italiani nel 2018 (+1,08°C), il secondo dopo il 2015, rispetto al periodo
1961-1990.
La situazione rimane preoccupante per gli inquinanti atmosferici. Il Bacino padano è una delle aree dove l’inquinamento atmosferico è più rilevante in Europa.

Guardando ai dati del 2019, il valore limite giornaliero del PM10 è stato superato nel 21% delle stazioni di monitoraggio (50 microgrammi per metro cubo, da non superare più di 35 volte l’anno). Rispettati invece i limiti per i PM2,5 nella maggior parte delle stazioni di rilevamento.

Uno degli effetti del lockdown è stata la riduzione del biossido di azoto tra il 40 e 50% nelle regioni del Nord e nella Pianura padana.

CAMPI ELETTROMAGNETICI
È costante l’attenzione dei cittadini verso la questione dei campi elettromagnetici, legati a smartphone, elettrodotti, impianti per la radiocomunicazione.

Tra luglio 2018 e settembre 2019, i casi di superamento dei limiti di legge sono aumentati (+ 6%) sia per gli impianti radio televisivi (RTV) sia per le SRB – Stazioni Radio Base della telefonia mobile (+4%), mentre per le sorgenti ELF
risultano sostanzialmente invariati.

Print Friendly, PDF & Email