Nature – Perché la deforestazione e le estinzioni rendono più probabile la pandemia

Man mano che gli esseri umani riducono la biodiversità abbattendo le foreste e costruendo più infrastrutture, stanno aumentando il rischio di pandemie di malattie come COVID-19.

Molti ecologisti lo sospettano da tempo, ma un nuovo studio aiuta a rivelare perché: mentre alcune specie si stanno estinguendo, quelle che tendono a sopravvivere e prosperare – ratti e pipistrelli, per esempio – sono più propense ad ospitare agenti patogeni potenzialmente pericolosi che possono fare il salto all’uomo.

L’analisi di circa 6.800 comunità ecologiche in 6 continenti si aggiunge a un numero crescente di prove che collega le tendenze nello sviluppo umano e la perdita di biodiversità alle epidemie di malattie, ma si ferma a corto di previsioni dove potrebbero verificarsi nuovi focolai di malattia.
(Continua)

cfr. Il destino di Roma. Clima, epidemie e la fine di un impero,  Kyle Harper, 2019

Kyle Harper evidenzia come il destino di Roma sia stato deciso non solo da imperatori, soldati e barbari, ma anche da eruzioni vulcaniche, cicli solari, instabilità climatica e virus e batteri devastanti. Il racconto prende le mosse dall’apogeo di Roma nel I secolo a.C., quando l’impero sembrava una superpotenza invincibile, fino alla sua completa disfatta nel VII d.C., quando Roma era ormai politicamente frammentata e impoverita. Harper descrive in che modo i Romani cercarono di resistere a un enorme stress ambientale, finché l’impero non fu più in grado di sopportare le sfide combinate di una piccola era glaciale e ricorrenti focolai di peste bubbonica.

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