MITE – Relazione sulla situazione energetica nazionale

Dal documento si rileva che, nel 2020, il settore energetico ha risentito pesantemente degli effetti della pandemia: l’economia italiana ha registrato una contrazione di entità eccezionale per gli effetti delle misure di contenimento connesse all’emergenza sanitaria. Il valore aggiunto complessivo dei settori produttivi, secondo l’ISTAT, si è ridotto in volume dell’8,6% mentre il settore energetico, da solo, ha segnato una caduta ancor più marcata e pari al 10,0%.

La domanda primaria di energia è stata pari a 143,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (MTep), con una diminuzione del 9,2% rispetto all’anno precedente.

La dipendenza energetica dall’estero rimane elevata, infatti il 73% del fabbisogno è soddisfatto dalle importazioni nette. L’approvvigionamento energetico del Paese è costituito per il 40% dal gas naturale, per il 33% dal petrolio e per il 20% dalle fonti energetiche rinnovabili (FER). Rispetto al 2019, è aumentato il ruolo delle energie rinnovabili e del gas naturale mentre è diminuito pesantemente quello del petrolio.

Anche il consumo finale è fortemente diminuito (-8,4%) per tutte le fonti energetiche: la diminuzione maggiore si ha nel settore trasporti dove si è registrato un -15,7%, a seguire il petrolio con un -14,5%, il carbone con un -11,9%, il gas naturale con un -5,1%, l’energia elettrica con un -5,9% e le rinnovabili con un -5,0%. Rispetto al 2019, si registrano segni negativi in tutti i settori finali di impiego: usi residenziali (-2,5%), che si confermano il primo settore di consumo finale, per i servizi (-9,4%) e per il settore industriale (-5,4%).

Le fonti rinnovabili hanno consolidato nel corso del 2020 il loro ruolo, con un’incidenza sui consumi finali lordi di energia intorno al 20%. L’incremento rispetto al dato 2019 (18,2%) è stato amplificato dalla pandemia, che ha generato una significativa contrazione dei consumi complessivi (in particolare nel settore dei trasporti).

Per quanto riguarda l’efficienza energetica, i risparmi energetici conseguiti nel 2020 sono stati pari a 5,4 Mtep, consentendo di raggiungere un risparmio cumulato di 23,2 Mtep per il periodo 2014-2020. Per il raggiungimento dell’obiettivo di 25,5 Mtep di energia finale previsto dall’art. 7 della Direttiva Efficienza Energetica, sono stati consolidati molti degli strumenti impiegati negli ultimi anni come, ad esempio, i certificati bianchi e le detrazioni fiscali per la qualificazione energetica degli edifici.

Nel contesto di decarbonizzazione dell’energia, si segnala l’utilizzo della rete gas come vettore di energia rinnovabile, per mezzo di crescenti iniezioni di biometano, la cui produzione nazionale è quasi raddoppiata passando dai 50 milioni di metri cubi del 2019 ai 99 del 2020.  Si segnala anche la crescita del GNL come carburante nei trasporti pesanti che nel 2020 è pari a 165 milioni di metri cubi (+30 milioni di metri cubi rispetto al 2019). Si stima che oltre il 70% della rete dei metanodotti SNAM siano pronti a trasportare idrogeno. Nel 2020 si sono concluse con successo alcune sperimentazioni sia sul lato della produzione di idrogeno rinnovabile sia sull’adeguamento dell’infrastruttura gas per il trasporto.

Nel 2020 i consumi finali di energia delle famiglie italiane ammontano a 47.092 Ktep (-9,6% rispetto all’anno precedente) spendendo 65 miliardi di euro (-17,8%). Il 64% dell’energia usata è per usi domestici (riscaldamento, raffrescamento, acqua calda, uso cucina, illuminazione e funzionamento degli elettrodomestici) e il 36% per trasporto privato. In termini monetari, il 56% della spesa energetica è per uso domestico e la rimanente parte per il trasporto.

Da elaborazioni sui dati di Contabilità nazionale dell’ISTAT, risulta che il valore aggiunto del settore energetico è calato del 10,0%: il settore della “fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata” ha subìto una contrazione dell’8,6% (in linea con la caduta complessiva dei settori produttivi), mentre il settore della “fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio” ha registrato un calo del 46,1%. In termini assoluti, a prezzi correnti, i due settori hanno generato un valore aggiunto pari a circa 28,8 miliardi di euro con un contributo al PIL pari all’1,9%.

Il gettito delle imposte sull’energia in Italia è circa 40 miliardi di euro (il 5,3% del totale imposte e contributi sociali statali e il 2,5% del PIL), in diminuzione del 14% rispetto al 2019.

Il differenziale fra i prezzi dell’energia elettrica e del gas naturale italiani e quelli europei rimane positivo anche se è ripreso il processo di convergenza che si era interrotto nel 2018. Si conferma un significativo premio pagato dalle imprese italiane per l’energia elettrica e uno per il gas acquistato dalle famiglie (in leggera diminuzione).

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