Banca d’Italia – L’economia del Veneto

Nel primo semestre del 2021 l’attività economica regionale ha registrato un significativo recupero; vi hanno contribuito il positivo andamento della campagna vaccinale e la ripresa della domanda mondiale. Secondo l’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, il prodotto è cresciuto nel secondo trimestre del 20,2 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2020. L’aumento, che ha permesso di recuperare circa i due terzi della caduta della prima metà del 2020, è stato più intenso della media nazionale.

Secondo il sondaggio autunnale della Banca d’Italia, il fatturato delle imprese industriali è significativamente aumentato nei primi nove mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, grazie anche alla ripresa degli ordini esteri; nella media dei primi sei mesi del 2021 le esportazioni regionali hanno infatti superato il corrispondente livello pre-pandemico. 

La fase di crescita degli investimenti dovrebbe proseguire l’anno prossimo, anche se l’atteggiamento delle imprese appare prudente a causa delle incertezze riguardanti la durata dell’attuale fase espansiva degli ordini, l’offerta di input produttivi e, in misura minore rispetto ai mesi scorsi, l’evoluzione della pandemia.

L’attività del comparto edile si è rafforzata, favorita dagli incentivi fiscali e dall’andamento della spesa per opere pubbliche degli enti territoriali; le previsioni sono positive anche per il prossimo anno. È proseguita la crescita delle transazioni di immobili residenziali e non residenziali, che ha sopravanzato il calo del 2020.

La ripresa non si è ancora riflessa sui livelli occupazionali. Nella media del primo semestre dell’anno il numero degli occupati è stato inferiore a quello dello stesso periodo del 2020. Il tasso di disoccupazione è rimasto su livelli contenuti per la bassa partecipazione al mercato del lavoro soprattutto da parte delle donne.

I dati amministrativi, limitati al lavoro dipendente, mostrano tuttavia un incremento delle assunzioni nette iniziato nel secondo trimestre con il graduale allentamento delle restrizioni e l’accelerazione della campagna vaccinale, che si sarebbe poi rafforzato durante l’estate. Si tratta prevalentemente di contratti a termine.

Con la graduale riduzione delle misure di sostegno è diminuito il ricorso agli ammortizzatori sociali. La rimozione del blocco dei licenziamenti per i lavoratori dell’industria e delle costruzioni non ha determinato un incremento anomalo delle cessazioni per motivi economici.

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