O. R. – Sul nucleare urgono cambiamenti forti e significativi

A colloquio con il Premio Nobel Carlo Rubbia

l futuro del nucleare passa per Vienna. La data fissata è quella del 29 novembre quando nella capitale austriaca al tavolo dei negoziati siederanno le delegazioni di Cina, Francia, Gran Bretagna, Germania, Russia, Iran e verrà discussa la prospettiva del possibile ritorno degli Usa, dopo l’abbandono dei negoziati deciso dall’ex presidente Donald Trump, e il rilancio dell’accordo del 2015, durante il quale venne annunciata la firma del Joint Comprehensive Plan of Action (Jcpoa), ovvero l’accordo sul nucleare iraniano.

L’intesa venne raggiunta dall’Iran e dal gruppo dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’Onu (Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti) più la Germania, e l’Unione europea.

Alla vigilia dell’appuntamento di Vienna si sta anche discutendo del tentativo da parte delle lobby e da dieci Paesi guidati dalla Francia di far passare il nucleare come energia verde nella tassonomia europea. «Sul piano europeo si sta sviluppando un serio disaccordo tra Paesi sul futuro del nucleare» spiega il Premio Nobel, Carlo Rubbia.

«I Paesi in favore di un futuro nucleare sono capitanati dalla Francia che prevede un programma ambizioso di sei nuovi EPR ad acqua pressurizzata oltre ad 1 miliardo di Euro per dimostrare la nuova tecnologia di piccoli reattori nucleari. La Polonia prevede 6-9 GWatt di capacità nucleare addizionale, la Repubblica Ceca due o più grandi nuovi reattori, l’Ungheria due nuovi reattori, la Bulgaria un nuovo reattore in esame e la Slovacchia due reattori in costruzione. Opinione contraria è espressa da un gruppo di cinque Paesi europei, capitanati dall’Austria: Danimarca, Germania, Lussemburgo e Portogallo che chiedono alla Commissione europea di mantenere il nucleare al di fuori della tassonomia verde considerandolo incompatibile con il principio di no significant harm.

Il ministro austriaco dell’energia si è così espresso al Cop25: “Abbiamo ampia evidenza su quanto pericoloso può essere il nucleare”. A mio parere, il nucleare tradizionale non ha risolto il problema delle scorie radioattive e del loro stoccaggio a lunghissimo termine e quindi il ruolo di energia verde nella tassonomia europea non è applicabile al nucleare odierno».

(CONTINUA)

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