Legge di Bilancio 2023

 (A.C. 643) – Scheda del progetto di legge

La legge di bilancio è suddivisa, secondo quanto prescritto dalla legge di contabilità, in due sezioni. La prima sezione contiene disposizioni che integrano o modificano la legislazione di entrata e di spesa, mentre la seconda sezione contiene il bilancio a legislazione vigente e le variazioni non determinate da innovazioni normative. In particolare, la seconda sezione dà evidenza contabile alla manovra complessivamente operata per effetto delle innovazioni normative della prima sezione e delle variazioni (finanziamenti, definanziamenti e riprogrammazioni di entrate e di spese disposte da norme preesistenti) disposte con la seconda sezione.

La legge di bilancio costituisce l’atto conclusivo e politicamente più rilevante del ciclo di bilancio, in quanto definisce i contenuti della manovra annuale di finanza pubblica, al fine di conseguire gli obiettivi programmati nella Nota di aggiornamento del documento di economia finanza (NADEF) (si veda qui il dossier di approfondimento sulla Nota di aggiornamento al DEF 2022).

Per un’analisi dettagliata delle singole disposizioni del disegno di legge, si rinvia ai due volumi del dossier – Schede di lettura, consultabili di seguito:

Volume I – Articoli 1-92

Volume II – Articoli 93-174


Audizione della Corte dei conti sul bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e sul bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 (A.C. 643)

Nonostante il limitato tempo a disposizione, hanno evidenziato i giudici contabili, si sono approntati interventi per importi significativi senza ricorrere in misura rilevante a nuove entrate (eccettuata la misura sugli extra profitti delle imprese del settore energetico) e individuando minori spese per importi considerevoli.

Permangono, tuttavia, elementi di incertezza sul quadro di finanza pubblica modificato dalla manovra. L’intervento sui costi dell’energia, pur di dimensioni rilevanti (oltre 20 miliardi nel 2023), è destinato a esaurire la maggior parte degli effetti nel primo trimestre dell’anno. In caso di persistente aumento dei prezzi e nonostante il gettito che deriverebbe dalla tassazione dei sovraprofitti, la dimensione del fabbisogno è rappresentata dalla differenza con gli importi impiegati nel corso del 2022.

Oltre alle misure per l’energia (considerando gli importi al netto degli effetti fiscali per la deindicizzazione e per la decontribuzione e la sostituzione del reddito di cittadinanza), la manovra 2023 prevede ulteriori interventi per 18 miliardi, coperti, nel primo anno, sia con maggiori entrate (in gran parte temporanee, legate ai sovraprofitti energetici), pari a 7,6 miliardi, che con minori spese, pari a circa 10,5 miliardi. Nel biennio successivo, al contributo del risparmio sul fronte previdenziale e della revisione del reddito di cittadinanza, si aggiunge un limitato aumento delle entrate e, soprattutto nell’anno finale, un consistente taglio di spesa (poco meno di 16 miliardi, di cui 5 in conto capitale), che consente di prefigurare un avanzo di circa 5 miliardi. 

Il quadro che emerge è, quindi, impegnativo. Anche per dare attuazione, sin dal prossimo anno, ad alcuni indirizzi programmatici, si mobilitano risorse importanti in uno scenario non ancora ben delineato. La revisione del sistema di indicizzazione delle pensioni, oltre a contribuire alla copertura di alcune misure che anticipano un più complessivo riassetto del quadro normativo, assicura risorse crescenti nell’arco di previsione: una scelta che, se porta ad una percepibile riduzione della “curva previdenziale”, va ad inserire ulteriori elementi di incertezza in un sistema che fatica a trovare un assetto definito in senso assicurativo e dal cui ridisegno – che verrà proposto – dipende, in misura rilevante, la sostenibilità del nostro debito. Una incertezza che caratterizza anche il futuro del sistema di sostegno delle fasce più deboli, di cui non è ancora percepibile lo sviluppo dell’aspetto più impegnativo: l’effettiva assistenza nella ricerca di occasioni di lavoro.

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