Il Consiglio e il Parlamento raggiungono un accordo provvisorio sulla direttiva sulle energie rinnovabili

Consiglio e Parlamento Europeo hanno raggiunto oggi un accordo politico provvisorio per aumentare la quota di energie rinnovabili nel consumo energetico complessivo dell’UE al 42,5% entro il 2030, con un’ulteriore integrazione indicativa del 2,5% che consentirebbe di raggiungere il 45%. Ogni Stato membro contribuirà a questo obiettivo comune. Questo accordo politico provvisorio dovrà ora essere approvato da entrambe le istituzioni.

I negoziatori del Consiglio e del Parlamento hanno concordato in via provvisoria obiettivi settoriali più ambiziosi nei settori dei trasporti, dell’industria, dell’edilizia e del teleriscaldamento e teleraffreddamento. Lo scopo dei sotto-obiettivi è accelerare l’integrazione delle energie rinnovabili nei settori in cui l’incorporazione è stata più lenta.

Trasporto

L’accordo provvisorio offre agli Stati membri la possibilità di scegliere tra:

un obiettivo vincolante di riduzione del 14,5% dell’intensità dei gas a effetto serra nei trasporti derivante dall’uso di energie rinnovabili entro il 2030

o un obiettivo vincolante di almeno il 29% di quota di energie rinnovabili nell’ambito del consumo finale di energia nel settore dei trasporti entro il 2030

L’accordo provvisorio fissa un sotto-obiettivo combinato vincolante del 5,5% per i biocarburanti avanzati (generalmente derivati da materie prime non alimentari) e i carburanti rinnovabili di origine non biologica (principalmente idrogeno rinnovabile e carburanti sintetici a base di idrogeno) nella quota di energie rinnovabili fornite al settore dei trasporti. All’interno di questo obiettivo, vi è un requisito minimo dell’1% di combustibili rinnovabili di origine non biologica (RFNBO) nella quota di energie rinnovabili fornite al settore dei trasporti nel 2030.

Industria

L’accordo provvisorio prevede che l’industria aumenti annualmente l’uso di energie rinnovabili dell’1,6%. Hanno convenuto che il 42% dell’idrogeno utilizzato nell’industria dovrebbe provenire da combustibili rinnovabili di origine non biologica (RFNBO) entro il 2030 e il 60% entro il 2035.

L’accordo introduce la possibilità per gli Stati membri di scontare del 20% il contributo delle RFNBO nell’uso industriale a due condizioni:

se il contributo nazionale degli Stati membri all’obiettivo generale vincolante dell’UE soddisfa il contributo atteso

La quota di idrogeno da combustibili fossili consumata nello Stato membro non è superiore al 23% nel 2030 e al 20% nel 2035

Edifici, riscaldamento e raffreddamento

L’accordo provvisorio fissa un obiettivo indicativo di almeno il 49% di quota di energia rinnovabile negli edifici nel 2030.

Prevede un graduale aumento degli obiettivi rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento, con un aumento vincolante dello 0,8% annuo a livello nazionale fino al 2026 e dell’1,1% dal 2026 al 2030. Il tasso medio annuo minimo applicabile a tutti gli Stati membri è integrato da maggiorazioni indicative supplementari calcolate specificamente per ciascuno Stato membro.

Bioenergia

L’accordo provvisorio rafforza i criteri di sostenibilità per l’uso della biomassa per l’energia, al fine di ridurre il rischio di una produzione di bioenergia non sostenibile. Applica un principio a cascata per garantire che la biomassa sia utilizzata in base al suo massimo valore aggiunto economico e ambientale.

Permessi più rapidi per i progetti

L’accordo provvisorio prevede procedure accelerate di autorizzazione per i progetti di energia rinnovabile. L’obiettivo è accelerare la diffusione delle energie rinnovabili nel contesto del piano REPowerEU dell’UE per diventare indipendente dai combustibili fossili russi, dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

Gli Stati membri progetteranno aree di accelerazione delle energie rinnovabili in cui i progetti di energia rinnovabile saranno sottoposti a un processo semplificato e rapido di rilascio delle autorizzazioni. Si presume inoltre che la diffusione delle energie rinnovabili sia di “rilevante interesse pubblico”, il che limiterebbe i motivi di obiezione giuridica ai nuovi impianti.

Prossime tappe

L’accordo politico provvisorio raggiunto oggi sarà prima sottoposto all’approvazione dei rappresentanti degli Stati membri dell’UE in seno al Comitato dei rappresentanti permanenti in seno al Consiglio e successivamente al Parlamento.

La direttiva dovrà quindi essere adottata formalmente dal Parlamento e poi dal Consiglio, prima di essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrare in vigore.

Sfondo

La proposta di revisione della direttiva sulle energie rinnovabili, insieme ad altre proposte, affronta gli aspetti energetici della transizione climatica dell’UE nell’ambito del pacchetto “Fit for 55”.

La Commissione ha presentato il pacchetto “Fit for 55” il 14 luglio 2021. Il pacchetto mira ad allineare il quadro legislativo dell’UE in materia di clima ed energia all’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050 e all’obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Inoltre, nell’ambito del piano REPowerEU, il 18 maggio 2022 la Commissione ha proposto una serie di ulteriori modifiche mirate alla direttiva sulle energie rinnovabili per rispecchiare i recenti cambiamenti nel panorama energetico. Gli elementi della proposta sono stati integrati nell’accordo che si trova oggi.

L’attuale direttiva sulle energie rinnovabili in vigore da dicembre 2018. Fissa un obiettivo a livello dell’UE di una quota del 32% di energia rinnovabile sul consumo energetico totale dell’UE entro il 2030 a livello dell’UE.

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