ISPI – Mediterraneo in fiamme

Un’ondata di calore e di fuoco attraversa la sponda meridionale dell’Europa e la parte settentrionale dell’Africa, registrando più di 40 vittime. Per gli scienziati non c’è dubbio: i fenomeni sono dovuti anche al cambiamento climatico.

ItaliaAlgeriaSpagnaPortogallo, fino in Croazia Turchia: non c’è Paese affacciato sul mar Mediterraneo che non sia alle prese con centinaia di incendi e la conseguente evacuazione di migliaia di persone.

Un’ondata di calore ha infatti mandato le temperature alle stelle e inaridito la terra, creando le condizioni ideali per la propagazione delle fiamme. Il bilancio peggiore è fino ad adesso toccato all’Algeria, dove il fuoco ha ucciso almeno 34 persone attraversando foreste, uliveti e appiccando 15 diversi incendi in 8 regioni, secondo quanto riportato dall’agenzia stampa Reuters.

Ma anche l’Italia ha iniziato a contare le vittime dei roghi che divampano in Sicilia, Calabria e Puglia: secondo Rainews, una coppia di settantenni è morta nella propria casa di vacanza inghiottita dalle fiamme vicino a Palermo. Stessa sorte toccata a un’altra signora di 88 anni nella zona e a un anziano di 98 anni in Calabria. Il Consiglio dei ministri italiano dovrebbe varare lo stato di emergenza in 5 regioni.

E le fiamme non accennano a diminuire nemmeno in Grecia, dopo giorni in cui hanno devastato sia la penisola che note isole turistiche come CorfuEvia Rodi. Le autorità hanno evacuato più di 20.000 persone, di cui molti turisti. E anche qui sale il bilancio delle morti:ieri  un aereo Canadair CL-215 si è schiantato mentre stava cercando di contrastare le fiamme, uccidendo entrambi i piloti.

Turismo in fiamme, mai più come prima?

Ma, oltre al drammatico impatto di vite umane, l’ondata di caldo e gli eventi climatici eccezionali presenteranno anche un duro costo economico al Vecchio Continente. Quelle che dovevano essere delle vacanze idilliache in Grecia e Italia si sono tramutate infatti in un incubo per migliaia di persone.

Un ultimo avvertimento all’industria del turismo europea, che deve affrontare la realtà del cambiamento climatico e adattarsi in fretta,” scriveva pochi giorni fa Jack Wittels di Bloomberg. Incendi mortali avevano infatti già devastato la Grecia nel 2021, mentre quest’anno Atene era stata costretta dal caldo feroce a chiudere l’accesso all’Acropoli, in un Paese in cui un impiego ogni cinque è legato al turismo, ricorda la BBC.

E le cose potranno solo andare peggio: secondo uno studio del 2019, entro la metà del secolo Madrid avrà un clima che assomiglierà a quello della città nordafricana di Marrakech, mentre a Stoccolma si respirerà l’aria di Budapest.

Questo comporterà dei cambiamenti enormi per una industria che lo scorso anno ha contribuito all’economia europea per 1,9mila miliardi. Alcuni Paesi ovviamente potrebbero beneficiarne, ma il servizio di investimenti di Moody’s ha predetto che ondate di calore potrebbero “ridurre l’attrattività dell’Europa del sud come destinazione turistica nel lungo periodo, o perlomeno diminuire la domanda in estate.”

Politico sostiene però che i ministri del turismo europeo abbiano iniziato solo ora ad accorgersi del problema. Il 21 di luglio, il ministero italiano aveva diramato un comunicato, sottolineando come “le alte temperature fossero fisiologica in questa stagione e non stessero compromettendo in alcun modo la nostra offerta turistica.

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