Banca d’Italia – Studio su: Temperatures and search: evidence from the housing market

Lo studio n. 1419 di “Temi di discussione” dal titolo “Temperatures and search: evidence from the housing market, realizzato da Michele Cascarano Filippo Natoli e pubblicato il 28 luglio scorso, ha messo per la prima volta in relazione il cambiamento climatico e il mercato immobiliare.

Esso ha utilizzato i dati degli annunci immobiliari, sia delle agenzie presenti sul territorio sia on-line, e ha analizzato le richieste di contatto e i click dei siti con cadenza mensile, nonché gli appuntamenti di acquirenti e venditori con gli agenti immobiliari, in relazione a circa 2 milioni annunci di case in vendita tra il 2016 e il 2019.

Tutto ciò è stato poi sovrapposto con le temperature giornaliere a livello di comune.

Questo enorme lavoro ha portato a osservare che le temperature elevate, o addirittura estreme, influiscono sulla ricerca e quindi sull’acquisto degli immobili.

I risultati dell’analisi della Banca d’Italia

È emerso infatti che l’aumento delle temperature atmosferiche ha un effetto sulla ricerca, sia fisica sia on-line, di case nelle città italiane.

In particolare, il manifestarsi di alte temperature riduce la ricerca di immobili e ciò determina tutta una serie di conseguenze: un aumento dei tempi di vendita delle unità abitative presenti sul mercato, una riduzione delle transazioni, una preferenza per immobili in grado di affrontare meglio la crisi climatica, cioè dotate di spazi esterni e di classe energetica elevata.

Ne consegue che i prezzi medi delle case all’interno delle città e soprattutto di quelle considerate meno adeguate subiscono un calo.

Nei giorni con temperature superiori ai 25 gradi diminuiscono le richieste di contatto ai venditori, il numero di click sugli annunci immobiliari on-line e gli appuntamenti sia tra acquirente e agente immobiliare, sia tra quest’ultimo e venditori.

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