ll Consiglio e il Parlamento hanno raggiunto un accordo politico provvisorio su una proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia.
L’accordo informale deve ora essere approvato sia dal Parlamento che dal Consiglio. La commissione Industria, Ricerca ed Energia voterà il testo il 23 gennaio 2024.
La direttiva riveduta stabilisce nuovi e più ambiziosi requisiti di prestazione energetica per gli edifici nuovi e ristrutturati nell’UE e incoraggia gli Stati membri a ristrutturare il proprio parco immobiliare.
I due colegislatori hanno concordato l’articolo 9 bis sull’energia solare negli edifici, che garantirà la diffusione di adeguati impianti di energia solare negli edifici di nuova costruzione, negli edifici pubblici e in quelli non residenziali esistenti sottoposti a un’azione di ristrutturazione che richiede un’autorizzazione.
cfr: 2021/0426(COD) – 14/03/2023 – Prestazione energetica degli edifici (europa.eu)
Norme minime di prestazione energetica (MEPS)
Per quanto riguarda gli standard minimi di prestazione energetica (MEPS) negli edifici non residenziali, i colegislatori hanno convenuto che nel 2030 tutti gli edifici non residenziali saranno al di sopra del 16% con le prestazioni peggiori ed entro il 2033 superiori al 26%.
Per quanto riguarda l’obiettivo di ristrutturazione per gli edifici residenziali, gli Stati membri garantiranno che il parco immobiliare residenziale riduca il consumo medio di energia del 16 % nel 2030 e di un intervallo compreso tra il 20 e il 22 % nel 2035. Il 55% della riduzione energetica dovrà essere raggiunto attraverso la ristrutturazione degli edifici con le prestazioni peggiori.
Gli Stati membri dovrebbero garantire che tutti gli edifici standard minimi di prestazione energetica, a partire dai peggiori edifici performanti.
Gli edifici residenziali dovrebbero raggiungere almeno classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033. Gli edifici non residenziali e pubblici dovrebbero raggiungere gli stessi rispettivamente entro il 2027 e il 2030 (proposte della Commissione F e E). Gli Stati membri dovrebbero esentare l’edilizia sociale pubblica da tali qualora tali ristrutturazioni non siano neutre sotto il profilo dei costi o portare ad aumenti degli affitti per le persone che vivono nelle case popolari che vanno oltre il risparmio sulle bollette energetiche. Per tener conto delle diversità del patrimonio edilizio nei diversi paesi europei, la lettera G corrisponderà al 15% degli edifici con le peggiori prestazioni nel parco immobiliare nazionale. Gli Stati membri possono decidere di non applicare o meno i requisiti agli edifici ufficialmente protetti nell’ambito di un ambiente designato o a causa della loro meriti architettonici o storici che richiedano la dovuta conservazione, o altri edifici storici.
La Commissione potrebbe decidere di consentire a uno Stato membro di adeguare i requisiti minimi di prestazione energetica per le abitazioni fabbricati e unità immobiliari per motivi economici e tecnici la fattibilità e la disponibilità di manodopera qualificata.
Eliminazione graduale dei combustibili fossili negli edifici
Infine, in relazione al piano di eliminazione graduale delle caldaie a combustibili fossili, entrambe le istituzioni hanno convenuto di includere nei piani nazionali di ristrutturazione degli edifici una tabella di marcia al fine di eliminare gradualmente le caldaie a combustibili fossili entro il 2040.
Gli Stati membri dovrebbero garantire che i nuovi edifici siano edifici a emissioni zero: i) a decorrere dal 1º gennaio 2026 per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà di autorità pubbliche; e ii) a decorrere dal 1º gennaio 2028 per tutti gli edifici di nuova costruzione.
Nuove costruzioni
Entro 24 mesi dalla data di entrata in vigore del contratto di in vigore, i nuovi edifici dovrebbero avere un ambiente interno ottimale qualità dell’aria, il comfort termico, l’elevata qualità dell’aria, capacità di mitigare i cambiamenti climatici e di adattarsi ad essi attraverso, tra l’altro, tra l’altro, le infrastrutture verdi, aderiscono alla sicurezza antincendio e alla standard di illuminazione e dare priorità all’accessibilità per le persone disabili.
Gli Stati membri dovrebbero garantire che l’uso di combustibili negli impianti di riscaldamento, per le nuove costruzioni e gli edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti, ristrutturazioni o ristrutturazioni dell’impianto di riscaldamento, non è autorizzato a decorrere dalla data di recepimento della direttiva. Dovrebbero essere completamente graduali entro il 2035, a meno che la Commissione europea non ne consenta l’uso 2040.