Fonte: Corriere.it
Quante volte abbiamo visto arrivare alla fermata un autobus stracarico, e quello subito dopo completamente vuoto? O un pullman turistico girare per il centro intasato con tre persone a bordo? Ora immaginate uno scompartimento, a metà tra il vagone di una metro e la cabina di una funivia, capace di agganciarsi in corsa a un altro, caricare i passeggeri nel numero esatto disponibile, e togliersi di mezzo. Tutto a emissioni zero.
Dietro c’è un altro nostro cervello, il 34enne fisico padovano Tommaso Gecchelin, che soffocato dalla lentezza pachidermica con cui le nostre istituzioni digeriscono le novità, ha trovato asilo a San Josè, nella Silicon Valley californiana, dove ha fondato la Next Future Transportation Inc.
Quasi tutto il team è formato da italiani, dal Ceo Emmanuele Spera all’ingegnere della robotica Nicola Ristè: «figli» dell’università di Padova, dove si sono formati e laureati e che stanno cercando ora di ricambiare, rendendo la città veneta pioniera delle nuove frontiere della mobilità locale grazie al loro bruco di “Smart” alte 3 metri, smontabili e rimontabili in tempo reale secondo le esigenze del traffico. (Continua)
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