AGCM – Relazione Annuale sull’attività svolta nel 2018

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Presentazione del Presidente Roberto Rustichelli

Relazione Annuale sull’attività svolta nel 2018

Contesto Globale
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I segnali di rallentamento del tasso di crescita, che si sono ulteriormente aggravati nella seconda parte del 2018 e che, secondo alcune previsioni, dovrebbero proseguire anche nel 2019 , appaiono legati alle turbolenze che agitano i mercati internazionali. In particolare, un ruolo di primo piano nell’alimentare il clima di incertezza è svolto dalla guerra commerciale in corso fra Cina e Stati Uniti; la ricomparsa su larga scala di strategie commerciali protezioniste basate sull’imposizione di dazi che colpiscono le importazioni di prodotti dall’estero, infatti, ha ridotto la fiducia degli operatori di mercato e ha affievolito anche la crescita del commercio internazionale. Come ulteriore effetto, si osserva un aumento dei prezzi dei beni la cui catena del valore è localizzata in numerosi Paesi e che, per questo, risentono più di altri dei dazi che pesano sul commercio internazionale.
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La ricchezza rimane fortemente concentrata in un numero relativamente ridotto di soggetti, con l’1% della popolazione mondiale che ne detiene quasi la metà, anche se i dati sembrano mostrare una lentissima inversione di tendenza rispetto al picco toccato nel 20164 .

Si osserva, inoltre, una progressiva modifica della distribuzione geografica dei soggetti più ricchi. I trend di lungo periodo mostrano che fra il 1990 e il 2017 il Pil è cresciuto molto più rapidamente nei Paesi in via di sviluppo ed emergenti (dove è quadruplicato), che in quelli avanzati (dove è raddoppiato). Tuttavia, anche nei Paesi emergenti la crescita del Pil nazionale è andata a vantaggio delle classi più abbienti e lo sviluppo economico ha portato alla crescita più che proporzionale del reddito pro-capite dei gruppi più ricchi, mentre ha prodotto effetti molto ridotti sulla parte di popolazione più povera.

La distribuzione della ricchezza, pertanto, rimane fortemente concentrata anche in questi Paesi. Tali dati indicano che la disuguaglianza mondiale si è “internalizzata” e le differenze che un tempo si potevano osservare fra un Paese avanzato e uno in via di sviluppo, oggi si osservano fra le classi più abbienti e quelle meno abbienti all’interno dello stesso Paese .

L’orizzonte nazionale
Anche l’Italia, in qualità di Paese fondatore dell’Unione europea, svolge un ruolo fondamentale nel processo di integrazione del mercato unionale e nella progressiva affermazione dell’economia sociale di mercato. Tra l’altro, il suo tessuto produttivo, composto in grande prevalenza da piccole e micro imprese, è uno di quelli che, almeno potenzialmente, potrebbe beneficiare più di altri delle politiche economiche che mirano alla costituzione di mercati sempre più grandi ed efficienti e alla diffusione delle nuove tecnologie nel sistema produttivo.

La bassa produttività è infatti uno dei principali responsabili, insieme alle criticità presenti nel contesto internazionale, che hanno rallentato l’export, della bassa crescita fatta registrare dal Pil nell’ultimo periodo. In particolare, è soprattutto la bassa produttività del lavoro che riduce la creazione di valore aggiunto delle imprese nazionali e ne penalizza la performance e la competitività.

La Commissione europea considera che gli investimenti nell’innovazione e il supporto all’efficienza delle piccole imprese potrebbero migliorare la produttività, così come integrare considerazioni ambientali negli investimenti settoriali potrebbe contribuire a una crescita duratura, in un’economia inclusiva e sostenibile. Allo stesso modo, ritiene che un’organizzazione amministrativa snella, chiara e razionale agevoli le imprese nel rispetto delle normative e permetta alle istituzioni di vigilare sui mercati in modo più rapido ed efficiente.

In questa ottica, una maggiore diffusione di nuove tecnologie presso le amministrazioni pubbliche sarebbe in grado di velocizzare la loro attività, riducendo i costi e i tempi delle attività di interazione con i privati.

Stato di attuazione della Legge annuale per la concorrenza
Viene, in primo luogo, in rilievo il rinvio al 1° luglio 2020 della definitiva liberalizzazione dei mercati dell’energia elettrica e del gas. Il passaggio dal regime della maggior tutela al mercato libero conclude il processo di liberalizzazione avviato a metà degli anni ’90 del secolo scorso e permetterà ai consumatori di individuare e selezionare le offerte maggiormente aderenti alle proprie esigenze, che, nel medio periodo, potranno consentire riduzioni di spesa annuale non trascurabili anche rispetto all’attuale sistema di tariffe regolate.
In questa prospettiva, l’Autorità auspica che tale rinvio venga effettivamente impiegato per approntare in modo efficace ed efficiente i vari passaggi necessari a ultimare il processo di liberalizzazione.

Dal canto suo, l’Autorità ha effettuato interventi di enforcement sia sotto il profilo del diritto della concorrenza, che di tutela del consumatore, al fine di eliminare o ridurre quelle condotte di possibile ostacolo all’ingresso di nuovi operatori nel mercato, tutelando nel contempo la correttezza delle informazioni al consumatore allo scopo di garantire a quest’ultimo una scelta consapevole.

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