U.E. – Legge sul Clima

Pubblicato il Regolamento (UE) 2021/1119 del Parlamento europeo e del Consiglio del 30 giugno 2021 che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica.


Camera dei Deputati – Ufficio Studi – Attività produttive Governance europea e nazionale su energia e clima


All’indomani dell’adozione del pacchetto, la Commissione europea ha infatti pubblicato la comunicazione “Il Green Deal Europeo” (COM(2019) 640 final), la quale ha riformulato su nuove basi l’impegno ad affrontare i problemi legati al clima e all’ambiente e ha previsto un piano d’azione finalizzato a trasformare l’UE in un’economia competitiva e contestualmente efficiente sotto il profilo delle risorse, che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra, in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

È stata riconosciuta anche la necessità di predisporre un quadro favorevole che vada a beneficio di tutti gli Stati membri e comprenda strumenti, incentivi, sostegno e investimenti adeguati per assicurare una transizione efficiente in termini di costi, giusta, socialmente equilibrata ed equa, tenendo conto delle diverse situazioni nazionali in termini di punti di partenza.

A seguito dell’adozione del Documento, il 4 marzo 2020 la Commissione europea ha presentato la proposta di legge europea sul clima“, seguita il successivo 17 settembre da una modifica alla proposta iniziale per includere un obiettivo UE riveduto di riduzione delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. La proposta è stata approvata in via definitiva il 9 luglio 2021 e si è tradotta nel Regolamento 2021/1119/UE.

Appare pure opportuno evidenziare lo stretto legame tra raggiungimento dei nuovi obiettivi climatici e di transizione energetica e il Piano europeo di ripresa e resilienza. Tra le sei grandi aree di intervento (pilastri) sui quali i Piani nazionali di ripresa e resilienza si devono focalizzare ai fini dell’ottenimento del sostegno europeo, figura in primis la Transizione verde, la quale discende direttamente dal Green Deal e dal doppio obiettivo dell’Ue di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 55 per cento rispetto allo scenario del 1990 entro il 2030.

Il Regolamento n. 2021/241/UE che istituisce il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, prevede (art. 18) che un minimo del 37 per cento della spesa per investimenti e riforme programmata nei PNRR debba sostenere gli obiettivi climatici. Inoltre, tutti gli investimenti e le riforme previste da tali piani devono rispettare il principio del “non arrecare danni significativi” all’ambiente. In tale contesto, come meglio si dirà infra, gli obiettivi di sviluppo delle fonti rinnovabili rivestono un ruolo centrale.

Il nuovo livello di ambizione definito in ambito europeo, fornisce quindi l’inquadramento strategico per l’evoluzione del sistema, sul piano normativo e programmatorio, europeo ed interno. Il Piano nazionale italiano di ripresa e resilienza, recentemente approvato dal Consiglio dell’Unione europea, profila infatti un futuro aggiornamento del Piano Nazionale integrato Energia e Clima (PNIECe della Strategia di Lungo Termine per la Riduzione delle Emissioni dei Gas a Effetto Serra, per riflettere i mutamenti nel frattempo intervenuti in sede europea.