Il Documento di economia e finanza (DEF) 2023

Legge 21 aprile 2023, n. 41 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, recante disposizioni urgenti per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e del Piano nazionale degli investimenti complementari al PNRR (PNC)

Il Documento di economia e finanza (DEF) 2023

Per quanto concerne il quadro macroeconomico internazionale, il DEF evidenzia, nel Programma di Stabilità, come le prospettive di crescita restino ancora fortemente condizionate, per i prossimi anni, dalle dinamiche del conflitto in corso tra Russia e Ucraina, malgrado il graduale ritorno alla normalità dopo lo shock pandemico e gli effetti prodotti da quest’ultimo sull’economia mondiale nel triennio 2020-2022. Il DEF sottolinea, inoltre, come i principali fattori di rischio futuri per l’economia mondiale potrebbero derivare dai recenti segnali di fragilità manifestatisi sul fronte della stabilità del sistema finanziario e bancario, dagli effetti delle politiche monetarie restrittive recentemente adottate e dalle possibili future tensioni sui prezzi dei beni energetici.

Il tasso di crescita dell’economia globale è passato dal 6 per cento nel 2021 al 3,2 per cento nel 2022. Si tratta di una decelerazione da ricondursi, principalmente, all’elevata incertezza innescata dal conflitto in Ucraina e dalle dinamiche geopolitiche ad esso connesse, alla crisi energetica, nonché alle crescenti pressioni inflazionistiche, già in atto prima della guerra ma ulteriormente acuite da quest’ultima.


quadro macroeconomico tendenziale per il periodo 2023-2026 prefigura un ritorno del PIL su un sentiero positivo già nel primo trimestre, con una ripresa economica più rapida di quanto previsto dalla NADEF di novembre 2022. Ciò grazie soprattutto alla discesa dei costi energetici e all’allentamento delle strozzature dell’offerta a livello globale lungo le catene di approvvigionamento. Nello scenario tendenziale a legislazione vigente, il PIL per il 2023 è pertanto previsto crescere, in termini reali, dello 0,9 per cento, in rialzo di 0,3 punti percentuali rispetto allo 0,6 per cento prospettato nello scenario programmatico della NADEF 2022.

La crescita del PIL attesa per l’anno in corso sarebbe sostenuta principalmente dalla domanda interna, che aumenterebbe dello 0,8 per cento, e dalle esportazioni nette, che incrementerebbero dello 0,3 per cento.

Anche le indicazioni favorevoli derivanti dal clima di fiducia, in particolare del settore manifatturiero, e la fase di discesa dei prezzi alla produzione prefigurano uno scenario di recupero dell’attività produttiva già nei prossimi mesi. Le indagini presso le imprese segnalano, in particolare, un miglioramento delle attese su ordinativi e produzione e un incremento degli investimenti rispetto allo scorso anno, nonché prospettive positive per l’export, grazie alla ripresa della domanda mondiale, nonostante il conflitto in Ucraina.

Gli investimenti manifestano una espansione nel quadriennio dell’orizzonte di previsione, in media di circa il 2,7 per cento all’anno, trainati principalmente dalla componente dei macchinari e attrezzature e dalle costruzioni. Tale previsione di crescita tiene conto della marcata discesa dei prezzi del petrolio e del gas e dell’ipotesi che le imprese, beneficiando anche delle risorse previste nel PNRR, sostengano la domanda d’investimenti, nonostante le condizioni di finanziamento meno favorevoli dovute al rialzo dei tassi di interesse, facendo anche leva sui recenti margini di profitto accumulati. Si potrebbero, peraltro, presentare rischi connessi alla revisione al rialzo dei tassi e all’inasprimento delle condizioni dell’offerta di credito.

Anche l’industria e le costruzioni continuerebbero ad espandersi a ritmi sostenuti grazie all’attuazione dei piani di spesa del PNRR, mentre i servizi proseguirebbero il loro recupero beneficiando della riduzione dei prezzi in corso d’anno.


La III sezione del DEF contiene lo schema del Programma nazionale di riforma (PNR), che anche per il 2023 si inserisce nel più ampio programma di riforma, innovazione e rilancio degli investimenti rappresentato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, che potrà arricchirsi del nuovo capitolo concernente l’iniziativa REPowerEU, adottata a livello europeo al fine di ridurre rapidamente la dipendenza dai combustibili fossili di provenienza russa, accelerando al contempo la transizione verde.

Nel Programma nazionale di riforma, il Governo, oltre a illustrare gli obiettivi programmatici rispetto alle diverse politiche pubbliche, presenta, una stima aggiornata dell’impatto macroeconomico del PNRR, sulla base delle spese effettuate nel triennio 2020-2022, non tenendo conto della ridefinizione del Piano in corso di elaborazione. La valutazione dell’impatto macroeconomico del PNRR è stata effettuata considerando solo le risorse che finanziano progetti aggiuntivi, escludendo le misure contenute nel Piano che si sarebbero comunque realizzate anche senza l’introduzione del PNRR.

Il DEF 2023 prevede, in particolare, un impatto positivo del PNRR sul PIL pari all’1 per cento nel 2023, all’1,8 per cento nel 2024, al 2,7 per cento nel 2025 e al 3,4 per cento nel 2026. I settori che contribuiranno maggiormente alla crescita del PIL saranno le costruzioni (2,4 per cento), l’industria manifatturiera (1,4 per cento), le attività immobiliari (1 per cento) e le attività professionali, scientifiche e tecniche (1 per cento).

Il PNR reca anche un aggiornamento della valutazione di impatto macroeconomico delle riforme comprese nel PNRR riferite ai settori dell’istruzione e della ricerca, delle politiche attive del mercato del lavoro, della pubblica amministrazione, della giustizia, della concorrenza e degli appalti, attribuendo una maggiore incidenza sia nel breve che nel lungo periodo a quella relativa alle politiche attive e a quella dell’istruzione e della ricerca.

In tale quadro, contestualmente alla definizione del capitolo REPowerEU, il Governo dichiara di voler rivedere, ai sensi del Regolamento RRF e delle linee guida della Commissione europea, alcuni degli investimenti del PNRR che, in fase attuativa, si sono rivelati più difficoltosi da realizzare nei tempi originariamente previsti, anche in considerazione delle condizioni economiche e geopolitiche profondamente mutate.

Le misure relative all’attuazione del PNRR e all’adozione di politiche energetiche conformi al piano REPowerEU costituiscono anche una risposta sul piano delle politiche nazionali alle raccomandazioni specifiche per Paese formulate nei confronti dell’Italia nel 2022. In particolare, erano state formulate tre raccomandazioni. Con la prima, si è raccomandato di seguire una politica di bilancio prudente, tenendo conto anche delle spese connesse ai sostegni temporanei per imprese e famiglie in relazione agli aumenti dei prezzi dell’energia e agli aumenti dei prezzi dell’energia. In questo campo, è stato sollecito l’incremento degli investimenti pubblici per le transizioni verde e digitale e per la sicurezza energetica, tenendo conto dell’iniziativa REPowerEU, nonché l’adozione e l’attuazione della legge delega sulla riforma fiscale per ridurre ulteriormente le imposte sul lavoro e aumentare l’efficienza del sistema. Con la seconda, si è richiesto di procedere con l’attuazione del PNRR, in linea con i traguardi e gli obiettivi indicati e di concludere rapidamente i negoziati con la Commissione sui documenti di programmazione della politica di coesione per il periodo 2021-2027, al fine di avviarne l’attuazione. Con la terza, in linea con gli obiettivi di REPowerEU, si è chiesto di ridurre la dipendenza complessiva dai combustibili fossili e diversificare le importazioni di energia, superare le strozzature per accrescere la capacità di trasporto interno del gas, sviluppare interconnessioni delle reti di energia elettrica, accelerare il dispiegamento di capacità supplementari in materia di energie rinnovabili e adottare misure per aumentare l’efficienza energetica e promuovere la mobilità sostenibile.


DEF 2023 CORTE CONTI

Il Documento contiene anche una chiara rappresentazione delle aree di intervento su cui si dovrà operare con priorità. Si tratta, in primo luogo, delle misure richieste dallo scenario a “politiche invariate”. Date le persistenti tensioni sul fronte dei prezzi dei beni non energetici (inflazione core), ed alimentari in particolare, andranno individuate le risorse per il pubblico impiego per estendere, in attesa del contratto, la parziale copertura offerta dall’una tantum di un miliardo prevista per il solo 2023; dovranno essere finanziate le misure di riduzione del cuneo fiscale in caso di eventuale conferma; andrà assicurato, nel caso di recrudescenze dell’emergenza energetica, un selettivo ma adeguato pacchetto di interventi per le fasce sociali più deboli. A ciò si aggiungono gli interventi di “manutenzione straordinaria di importanti segmenti del sistema di welfare”: in sanità, per affrontare le carenze nella medicina di emergenza, i ritardi nelle liste d’attesa, l’aggiornamento dei Lea; nel settore previdenziale, anche nell’ipotesi del solo mantenimento dell’assetto attuale. Il tutto, senza contare i più ampi progetti di riforma, quali quelli già in campo in ambito tributario (la delega fiscale) o sollecitati dal dibattito politico (il superamento della legge Fornero).
A fronte di un tale quadro, il DEF 2023 non sembra offrire, in via di principio, indicazioni sulle scelte che dovrebbero accompagnare il processo delineato. Oltre al riferimento ai risparmi derivanti dalla spending review, non sono visibili elementi su come il Governo intenda procedere per rimanere all’interno del quadro delle compatibilità di bilancio. Il compito viene, in certa misura, rinviato alla NaDEF e alla legge di bilancio, le quali si annunciano, pertanto, particolarmente impegnative.
Sempre più centrale anche per il mantenimento del percorso delineato appare, quindi, la piena attuazione delle riforme e degli investimenti del PNRR. Solo da esso, pur se rivisto e opportunamente ricalibrato, può venire, come messo in rilievo nel Piano nazionale di riforma, quell’impulso in grado di rendere compatibile l’attuazione degli interventi con il mantenimento del Paese su un percorso di stabilità e crescita.

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